NUOVO ASSETTO AMMINISTRATIVO
da ricerche di Francesco Torchia
Nuovo assettto amministrativo
Con decreto napoleonico del 16/10/1806 si stabilì la soppressione del vecchio parlamento delle università comunali e si istituirono i Decurionati.
L'Amministrazione locale fu retta dal Sindaco assistito dagli Eletti, entrambi designati dal Decurionato a sua volta eletto in un parlamento
pubblico dai capifamiglia compresi nel ruolo dei contribuenti.
Di fatto si privilegiò la borghesia a cui il Governo offrì gli incarichi amministrativi.
Nel nuovo riassetto amministrativo l’assegnazione dei decurioni era determinato in funzione della popolazione dei comuni.
Nei paesi sino a 3000 abitanti i decurioni erano in numero di 10 e la loro nomina era effettuata per estrazione a sorte
fra i cittadini che avevano una rendita non inferiore a 24 ducati corrispondente al valore in lire di ( £. 102). Ed ogni anno si rinnovava la quarta parte dei membri.
I vari Sindaci, insieme ai decurioni venivano quindi scelti in seno alle famiglie più agiate, le quali in tal modo aumentavano la loro influenza
ed il loro prestigio sulla massa del popolo, completamente estraneo ai problemi amministrativi.
Con successivo decreto dell’8/12/1806 le antiche province vennero divise dall’1/1/1807 in distretti e governi (circondari).
Nella suddivisione della Calabria vennero mantenute le antiche provincie di citeriore ed ulteriore. Mentre restò inalterato il capoluogo
della Citeriore: Cosenza, per l’Ulteriore venne stabilito il suo capoluogo in Monteleone, zona militare
più sicura della precedente Catanzaro.
S.Mango venne inclusa nella Calabria Citeriore ed annessa al distretto di Amantea.
Agli errori e manchevolezze commessi con tale ripartizione si ovviò con successivo decreto del 4/5/1811 e venne così
definita la divisione amministrativa della Calabria.
I comuni vennero raggruppati formando in tal modo i circondari. I Circondari erano un agglomerato di più comuni autonomi
a capo dei quali vi era il comune capoluogo da cui prendeva nome il circondario.
In esso risiedeva il regio Giudice il cui ufficio aveva giurisdizione su tutto il territorio del circondario stesso.
I singoli comuni avevano una propria autonomia amministrativa, dovevano però concorrere alle spese per il mantenimento
dei servizi circondariali ed alcune istituzioni che erano proprie del comune capoluogo.
S.Mango venne assegnata al distretto di Paola che subentrò come capo distretto ad Amantea.
Carmine De Medici da Martirano, proprietario di enormi distese in S.Mango e Bruno Angotti da S.Mango fecero parte del
Consiglio Distrettuale di Amantea nel periodo in cui la stessa era capo distretto.
CALABRIA ULTERIORE |
|||
Distretti | Governi | Comuni | Popolazione |
Monteleone | 15 | 73 | 132.331 |
gerace | 10 | 49 | 87.748 |
Reggio | 10 | 45 | 88.220 |
Catanzaro | 14 | 62 | 119.477 |
Totali | 49 | 229 | 427.766 |
CALABRIA CITERIORE |
|||
Distretti | Governi | Comuni | Popolazione |
Cosenza | 16 | 62 | 127.859 |
Castrovillari | 10 | 44 | 82.094 |
Rossano | 9 | 28 | 57.892 |
Paola | 8 | 30 | 22.449 |
Totali | 43 | 164 | 290.344 |
Dopo la caduta di Napoleone e l’uccisione di Gioacchino Murat (Labastide-Fortunière, 25 marzo 1767 – Pizzo, 13 ottobre 1815)
al congresso di Vienna tenutosi nel 1814
l’Italia ritornò ad essere divisa com’era prima dello scoppio della rivoluzione francese.
Nel regno delle due Sicilie, l’antico Regno di Napoli fu sovrano Ferdinando IV° di Borbone che si faceva
chiamare Ferdinando 1° Re delle due Sicilie.
Con la legge n.360 dell’1/5/1816 riguardante la regolamentazione amministrativa del Regno di Napoli si stabilì dall’1/1/1817
che i domini dei Borboni al di qua del Faro venivano divisi ed amministrati in 15 Province.
La Calabria assunse con le seguenti denominazioni con rispettivi capoluoghi:
CAPOLUOGHI
Denominazioni della Calabria | Capoluogo |
Calabria Citeriore | Cosenza |
Calabria Ulteriore 1° | Reggio Calabria |
Calabria Ulteriore 2° | Catanzaro |
DISTRETTI
Classe | Distretti |
1° Classe | Castrovillari, Monteleone |
2° Classe | Paola, Gerace |
3° Classe | Rossano, Nicastro, Cotrone, Palmi |
CIRCONDARI
Circondario di Nicastro | |
Comune | Abitanti |
Nicastro | 6.633 |
Zangarone +Lifrondi | 812 |
Totale | 7.445 |
Circondario di S.Biase | |
S.Biase | 330 |
Platania | 1.694 |
Gizzeria | 1.016 |
S.Eufemia | 120 |
Totale | 6.114 |
Circondario di Martirano | |
Martirano | 2.080 |
Nocera | 2.150 |
Falerna + Castiglione | 1.365 |
San Mango | 1.828 |
Conflenti soprani | 1.874 |
Conflenti sottani | 1.200 |
Totale | 11.096 |
A seguito della nuova ripartizione amministrativa S.Mango venne inclusa nel 1817 nella Calabria Ultra 2°.
Ai tempi dell’invasione francese nel Regno di Napoli si applicavano 104 tasse, classificate in 23 divisioni principali.
Dopo la battaglia di Maida del 4 luglio 1806 al fine di dare un duro colpo al brigantaggio, che era alimentato
dagli inglesi e dalla maggior parte delle popolazioni e che quotidianamente mieteva vittime tra i francesi vennero
istituite nelle principali città calabresi le commissioni militari.
E poco dopo il governo francese adottò un’altra misura che però non produsse i risultati che ci si aspettava: la istituzione
della guardia nazionale comunemente chiamata guardia civica.
Le cariche di ufficiale venivano conferite ai principali proprietari terrieri che più di ogni altro era interessato al mantenimento
dell’ordine pubblico ed alla preservazione dei propri beni che sovente venivano saccheggiati dai briganti che scorazzavano indisturbati.
La scelta degli uomini che dovevano comporre la compagnia fu lasciata alla discrezione degli ufficiali. In seguito con ordinanze
affisse in tutti i paesi, fu proibito, con pene severe, il porto d’armi a coloro i quali non appartenevano alla guardia civica.
Si assisteva in tal modo, essendo molto limitato il numero degli appartenenti alle guardie civiche, all’instaurarsi di rivalità e
contrapposizioni tra le diverse fazioni nei paesi che generarono feroci rivalità personali che erano motivo di quotidiani disordini.
Il capitano della guardia civica, che in seguito verrà denominato capo Urbano, era una figura temutissima in quanto, spiava, registrava
e controllava la vita di tutti i cittadini consegnando ai propri superiori i risultanti delle sue inchieste.
Giuseppe Antonio Moraca (che intorno agli anni 20 diventerà uno dei principali nemici di De Gattis) agli inizi dell’800
era il Capitano della guardia civica di Martirano.
L’azione delle autorità civili che dipendevano da quelle militari e che si cercava di strutturare sul modello francese, era
talmente paralizzata dal cattivo carattere degli abitanti che ogni provvedimento doveva essere applicato con la forza.
Il compito del Sindaco, del Consiglio Comunale e degli Eletti era molto arduo a causa delle gravi difficoltà economiche in cui versavano
i Comuni, delle continue dispute relative alla suddivisione dei demani e delle frequenti invasioni brigantesche.
L'operato dell'Amministrazione Comunale era controllato dall'Intendente della Provincia; questo funzionario (di nomina regia)
era scelto tra gli esponenti francesi o tra i cittadini napoletani che si erano distinti nel 1799, presiedeva i Consigli
Provinciali e, alla sua approvazione, veniva sottoposto il bilancio preventivo e consuntivo di spesa dei Comuni.
L'Ente locale, in tal modo, venne privato in parte della sua autonomia, nello stesso tempo si eliminarono tanti soprusi prima tollerati.
L'Amministrazione Comunale era tenuta alla riscossione della tassa sul tabacco, alla coscrizione dei soldati e all'istituzione dell'
Ufficio di Stato Civile, per il passato esclusivo appannaggio del parroco, con la formazione degli appositi registri di Nascita, di Morte
e di Matrimonio.
Sul bilancio comunale gravavano le spese per il mantenimento dei projetti (bambini abbandonati), del fitto dei locali per la Casa
Comunale, per l'espletamento della giustizia, compito affidato al Giudice di Pace (funzionario Governativo che aveva sostituito
il baiulo e il giudice regio), per il passaggio delle truppe e per la tassa fondiaria a cui furono aggiunti i grani addizionali.
Il Comune, inoltre, aveva l'obbligo di provvedere all'istituzione della scuola primaria (Decreto 15 agosto 1806) affidando
quasi sempre l'insegnamento al parroco per la sezione maschile (a S.Mango espletava questo incarico il sacerdote d. saverio d’agostino)
e ad una maestra per la femminile, accollandosi l'onere non solo del fitto dei locali adibiti a scuola, ma anche dello stipendio
da corrispondere agli insegnanti.
Nei bilanci Comunali di S.mango per regolarità amministrativa vennero previste le spese relative alla scuola; di fatto questa non
fu mai istituita in quanto i pochi allievi appartenenti a famiglie abbienti erano seguiti da insegnanti privati.
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