Catasto provvisorio - 1807

Da ricerche di Francesco Torchia


Durante il Decennio francese, per dare un nuovo assetto allo Stato, si pose mano a una serie di riforme : l'abolizione della feudalità, strettamente legata allo sgretolamento dell'impalcatura ecclesiastica ancien régime.

Le chiese ricettizie non ebbero più l'autonomia nella gestione delle rendite della massa comune e furono private delle immunità, delle esenzioni fiscali e anche dell'attività di assistenza che conferiva nel contesto locale autorità e prestigio. Furono promulgati i nuovi codici, la proprietà venne regolata dalla Legge del Catasto (Decreto 17 maggio 1807) che prevedeva il pagamento dei tributi allo Stato in relazione alla proprietà determinata dall'impianto degli Stati di sezione.

Per la redazione di questi si ordinò al Sindaco e agli Eletti di procedere insieme ai periti e in direzione est-ovest alla partizione in sezioni, contrassegnate da successive lettere dell'alfabeto, dell'agro comunale, alla individuazione dei singoli lotti classificati secondo la destinazione d'uso e la classe di rendita. Il numero delle sezioni rifletteva l'estensione territoriale e l'ultima si riferiva agli immobili urbani, (fabbricati). Alla misura dei fondi andava abbinata la loro classificazione estimativa per qualità e bontà, allo scopo di tassarli per unità colturale di estensione.

Il 1809 venne dato l’avvio all’attivazione del nuovo catasto immobili terriero ed urbano, in sostituzione di quello onciario che presentava notevoli imperfezioni, e la stima delle proprietà venne commessa a commissari scelti tra i decurioni mentre il conseguente riscontro e la manuale compilazione ai controllori.

La legge del 2 agosto 1810 privava di ogni arma e di ogni prestigio i baroni, conservando loro, nel crollo dei loro diritti feudali, solo i corpi ex feudali, i beni burgensatici, e dove esistevano le macchine agricole. Un secondo decreto del 20 ottobre 1809 ordinò la compilazione di un catasto comunale perché si potesse giungere in breve tempo alla divisione dei beni demaniali tra i comuni che formavano gli antichi stati. Furono riservate tutte le terre a nome dei possessori qualunque fosse la loro residenza.

Le operazioni catastali procedevano però con estremo rilento a causa dell’insolvenza da parte dei decurioni. Negli stati di sezione non doveva farsi menzione (rivela) dei beni feudali. A quei tempi l’agrimensura era quasi del tutto ignorata dai cittadini e le misurazioni si eseguivano a vista o ad impressione.

In San Mango le operazioni di formazione degli stati di sezione e di attribuzione della relativa rendita si ultimarono nel 1812. Malgrado l’esistenza delle leggi eversive e di precisi obblighi imposti da esse ai sindaci, questi ultimi non sempre riuscirono a sottrarsi alle suggestioni o alle convivenze del passato.

 

(I quadri che seguono non sono completi ed esaustivi. Sono ancora in corso delle ricerche per il completamento)

Distribuzione fabbricati nel centro abitato nel 1810

Rioni Case Basso Trappeti
Arella 26 11 2
Carpanzanese 28 18 1
Casale sottano 34 3 1
Castagnari 27 6
Castagnaro 4 1
Chiesa 24 5
Chiesa Sposati 15 3 1
Gimigliano 21 4 1
Moraca 8 2 1
Morachi 68 16 4
Piano della fontana 9 1
San Giuseppe 42 4 1
Sposati 9 1 1
Casale soprano
Totale 315 74 14


Il Comune di San Mango aveva un'estensione di circa 2100 tomoli così suddivisi:

Tipologia Tomoli
Seminativo con gelsi 32
Seminativo 294
Oliveto 178
Gelseto 96
Alberatura diversa 100
Ficheto 115
Vigneto 90
Castagneto 21
Querceto 149
Bosco 9
Sterile 92

 

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