nomenclatura imposte e TASSE

Da ricerche di Francesco Torchia

 

 

Acquatico: imposta dovuta per l’uso di acque demaniali

 

Angarie: servizi personali dovuti dai vassalli ai feudatari con retribuzione ridotta o in misura forzata di opere imposta ai sudditi

 

Bagliva: diritto del signore, esercitato per mezzo di un suo amministratore detto baiuolo, di riscuotere tasse per dazi, per l’attraversamento del territorio, per la pesca effettuata nei fiumi, per lo sfruttamento di cave,esazione di diritti per applicazione di bolli alle bilance, alle stadere ed alle per il controllo dele unità di peso e di misura;

 

Bonatenenza: costituiva l’imposta a cui erano obbligati i cittadini forestieri che non abitavano nell’università e sul cui territorio, però, possedevano beni immobiliari

 

Catapania insieme alla dogana era una tassa che veniva esatta da un catapano, ossia un giudice di nomina annuale il quale oltre ad esigere  alcune tasse, amministrava e faceva giustizia per contravvenzioni sino a 30 carlini, controllava l’esattezza dei pesi ed i generi commestibili;

 

Censuo: rendita assicurata su poderi venduti ad altri;

 

Collette: imposta straordinaria per contribuire alla difesa del regno o in occasione di matrimoni di mebri della famiglia reale o di altre fauste ricorrenze della vita di corte( nascite, vittorie ecc. ecc.).

 

Decima tassa che  era pagata dai pecorari per avere il diritto di pascolo nei terreni della chiesa. Essa indicava anche la tassa che consisteva nel prelevamento di un decimo degli introiti o del reddito.

 

Diritto di dormituro: tassa che doveva essere pagata da quei pastori che dormivano sul luogo di pascolo;

 

Diritto della prima notte; prestazione della cunnatica ( o ius foeminarum);

 

Donatiovo: balzello in forma di dono al re o al feudatario, oppure regalie in natura: capponi, uova ecc. Da corrispondere al padrone in particolari occasioni;

 

Erbatico: tassa che doveva essere pagata dai possessori di pecore;

 

Fida: tassa che dovevano pagare i pastori per pascolare gli armenti nel territorio demaniale; essa veniva esatta da un baglivo baronale che poi versava le somme raccolte all’erario.

Diffida: era la multa che si corrispondeva per l’immissione abusiva di gregge nelle terre del feudo

 

Focatico: imposta diretta sui fuochi (nuclei familiari);

 

Ghiandaio: tassa che doveva essere pagata dai possessori di maiali;

 

Jus stercoris ( o fiato dei porci) che consentiva al concessionario di raccogliere gli escrementi del bestiame previo pagamento della relativa imposta

 

portolania era esercitata dal portolano al quale era data facoltà di invigilare i terreni addetti ad uso di pascolo, di fittarli a seconda delle richieste, ed esigere da coloro che vi pascolavano il loro bestiame la tassa di fida e diffida. Era ancora data a lui di giudicare le cause di minima importanza, la maggior parte danni campestri, questione di pesi e misure, occupazione di suolo pubblico ecc.ecc.;

 

Pedatico: tassa imposta agli utenti delle strade o tributo per diritto di passaggio in territorio;

 

Plateatico: tassa che in passato si pagava al comune per esporre la merce nelle piazze, vie;

 

Strenna: dono da farsi al barone in generi o in danari, in giorni solenni;

 

Terratico: canone o imposta in natura, dovuta per lo sfruttamento della terra;

 

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La figlia del vassallo, ai tempi della dominazione spagnola, invece, prima di sposarsi, doveva andare a spazzare la stanza da letto del barone o del suo rappresentante in loco. Questo obbligo, chiamato ius scopae, altro non era che una vergognosa prestazione abilmente mascherata.

Del primo obbligo si trovano tracce nei noti consensi regi a procedere al matrimonio; del secondo, invece, nessuna traccia si rinviene nei documenti, ma è attestato dalle fonti orali.

Chi avrebbe osato sancire in un codice un simile diritto?

Nel Medioevo le persone, spesso, erano considerate cose e vendute insieme col feudo, a loro insaputa.

Nell’inverno del 2002 Giacinto Mastroianni mi presentò un vecchio manoscritto di grammatica latina del 1757.  A pagina 37 e fuori scritto, è riportato “ Don Tommaso + per orrendo abuso “ jus prime noctis”. Scorrendo tutti i decessi per morti violente nel 1825 il 18 dicembre è riportata quella del sacerdote Don Tommaso Adamo. Non aggiungiamo altro.

Michelangelo Ferlaino durante i lunghi soliloqui che esterna nei pomeriggio destate  nella Piazza di S. Giuseppe ha raccontato il seguente aneddoto riguardante il  “jus prime noctis”

Si tramanda, di generazione in generazione, che una coppia di giovani fidanzati di San mango era giunta in prossimità delle nozze. La ragazza, però, spostava il grande evento, non volendo andare a trascorrere la vigilia delle nozze nella casa  del prete un arcinoto “Don ", secondo le consuetudini dell’epoca.

Il fidanzato, stanco della lunga attesa, insistette nel fissare la data del matrimonio, ma la giovane esplose in un pianto dirotto e gli raccontò tutto. Allora il giovanotto esclamò: "Non piangere più, andrò io a passare la vigilia delle nozze con don...". E così fece.

Una sera tardi, travestito da donna, furtivamente bussò alla  porta , dove l'attendeva il “Don”. A lume spento i due si avviarono nella  stanza da letto, dove il “Don” ben presto manifestò il desiderio di esercitare il suo "Jus prime noctis”.

Accaddero in quella notte infernale, episodi indescrivibili.

La mattina successiva i servi, recatisi ad augurare la buona giornata al “Don”, scoprirono che il suo letto, malmenato orrendamente, era vuoto. Allora, allarmatisi, cominciarono ad ispezionare tutti gli angoli più remoti della casa, convinti che una strega maledetta avesse involato “Don”.

Così il paese si liberò dall'oscura consuetudine e i promessi sposi, da quel giorno, potettero realizzare indisturbati ed illibati il loro dolce sogno d'amore.

Questo è un racconto della gente del luogo. Non se ne trova traccia in nessun documento. Qualcuno direbbe: è un invenzione. No! è una fonte orale, che fa testo in mancanza di una fonte scritta. Chi, tra quelli che allora sapevano scrivere, chierici e nobili, avrebbero scritto in un documento un simile fatto di cronaca? O chi avrebbe codificato un simile diritto? Certe pretese vergognose venivano abilmente nascoste e covate segretamente nel proprio seno.