LA NOSTALGIA DEL LAVORO
Tratto dalla pubblicazione di Giacinto Falsetti
Un giorno che facevi il pastorello
con capre, mucche e tante pecorelle,
talloni crepi, abbronzata la pelle,
per mezzo di trasporto il somarello
il padrone a cavallo, servo e sella,
frusta, cilindro e tante donne belle.
Da mite pastorello or sei cambiato
vivi la dignità ch'era perduta
lasciando dietro a te un triste passato,
l'antico avaro sen'è ravveduto
guarda il futuro e crepa avvelenato.
Tornare indietro è speranza perduta
la servitù è sepolta col passato
avanti sempre avanti mesto e ardito
scorda il passato e goditi la vita.
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