DIARIO N. 7 - COLOMBI VIAGGIATORI
Tratto dalla pubblicazione di Giacinto Falsetti
1981 ebbi per la prima volta l'occasione di conoscere una piccola parte dell'America tanto grande e, pensando di non vederla mai più, ne descrissi virtù e pregi trascurando i difetti che anche in America, come in tutto il resto del mondo, non mancano.
Passarono cinque anni e tanti furono gli eventi cotti a crudi che veramente mi fecero pensare che la partita fosse chiusa, ma per fortuna non fu così. Nel 1986 vi ritornai assieme ad una compagna di vecchia conoscenza anch'essa come il sottoscritto piegata più verso ponente che verso levante.
Rivedere luoghi e cose già conosciute non fanno l'effetto della prima volta, ma è sempre bello, ma la cosa più bella che fa sempre effetto è rivedere chi fa parte di noi stessi perché il destino ci ha per sèmpre separati, solo il distacco è disperato e commuovente perché maturato nella lontananza e nel dubbio, chissà se ci vediamo ancora?
Paesani e compaesani come nel 1981 ci fanno onore come avvertiti dalla stella di Betlemme che seguirono i re magi portando con sé tanti magnifici regali tra i quali il più gradito: il suo nobile e fraterno benvenuto. La maggior parte di loro sono orgogliosi nel sapere che anche in Italia tutto è cambiato e che miseria e schiavitù sono ricordi del passato, solo qualcuno rimasto con il cervello "ingrippato" vive nei tristi ricordi del passato e li crede presenti in Italia tuttora.
Questi pochi casi isolati non devono farne carico al restante nobile e cordiale perché anche da noi malgrado il progresso che ha cambiato volto a tante cose, tanti sono rimasti ignoranti e crudi come nei tempi delle palafitte e le caverne»
Giacinto Falsetti
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