DIARIO N. 5 - LE CUGINE AMERICANE

Tratto dalla pubblicazione di Giacinto Falsetti

 

Scranton è lontana da N. Y. circa 500 Km. ed è proprio Scranton dopo H. Y. che intendo raggiungere per conoscere per la prima volta e forse per l'ultima la mia razza e i luoghi in cui, nei lontani tempi, mio padre visse.

Affrontare d'inverno un viaggio N. Y.- Scranton non è cosa facile, dove l'insidia del ghiaccio spesso lo sconsiglia, ma tentare si deve essendo la vita piegata più verso ponente che verso, levante chi a tempo non aspetti tempo.

N.Y. è un manto di neve, il termometro segna 35 sotto zero, ma gli spargisale la mantengono transitabile, il peggio è fuori. E così la mattina del 27 dicembre si parte. E' una sfida ad un inverno capriccioso.  Una volta fuori N.Y. ci incanaliamo in una magnifica autostrada  larga e sempre dritta, a vista d'occhio la fiancheggia una steppa siberiana con poche piante di querce selvatiche e pini malamente sviluppati. La strada 'è un lastrone di ghiaccio perciò quasi deserta, solo qualche pesante autotreno e di tanto in tanto gli elicotteri della pòlizia, il resto è solitudine ad eccezione di qualche capriolo che, spinto dalla fame, si avventura sulla strada come se cercasse la carità a chi passa.

La macchina di tanto in tanto sbanda, ma si riprende, pentirmi di aver voluto questo viaggio è tardi, anzi faccio tinta di non dare tanto peso alla circostanza, ma in verità ci vedo nero anche perché in partenza s'era calcolato di impiegare tre ore, ma le tre ore sono passate da un pezzo e ancora nessuna tabella ci fa sperare di essere almeno nelle vicinanze di Scranton.

Nella macchina siamo in cinque, ma c'è una specie di ammutinamento come nella nave di Cristoforo Colombo, solo l'autista ancora è fiducioso e sicuro dì sé stesso,  il resto siamo dei pentiti come i pentiti delle Brigate Rosse. Comunque il proverbio dice:" chi la dura, la vince" e così fu per noi, ma soprattutto per me che vinse l'amore e la fede verso coloro che fanno parte di me stesso e che tanto amavo e tanto amo ancora.

L'incontro con la mia razza mai vista prima fu commosso e fraterno, l'urto fu di gioia e amore, il distacco fu crudele, ma pieno di speranza e di fede.

SCRANTON 27/12/1981

Giacinto Falsetti

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