Hanno scritto di lui

(a cura di Armando Orlando)

 

“Come si va facendo numerosa la schiera di questi nostri conterranei, emigrati in America per non morire di inedia nella povertà di tutte le cose che li circondava, privi di studi perché nessuno si era mai accorto della loro smania di sapere e se anche l’avessero intuita, avrebbero dovuto fingere di non essersene accorti, stringendosi nelle spalle in un gesto di triste rassegnazione perchè bisognava lavorare con le mani per portare a sera qualche cosa da cuocere al focolare.

Essi si sono rivelati uomini di ingegno, attratti dalla poesia, o dalla musica, o dalle altre arti, o dalla meccanica, ed hanno voluto concedersi la gioia di scrivere, di stampare, di sentirsi autori, di entrare in un mondo in cui, sempre con un senso di auto controllo, si sentono elevati ad un’altezza dove sanno che la usuale valutazione dell’uomo in dollari non ha senso, e possono sentirsi ricchi anche se sono rimasti poveri come partirono, o quasi!”.

Guido Cimino

 

Musa Buzia di Domenico Adamo è alla seconda edizione, significando un successo poco comune, nonché una conseguente vitalità di ritmo e di idee. Il poeta parla di sé, delle proprie ubbie o delle proprie speranze, alla natura. Il suo animo somiglia a un roseto, verde e spinoso, schiuso alla fragranza gioiosa della primavera, o flagellato dalle crudeli sferzate dell’inverno.

La sua vita non ha tregua per chi coltiva nelle vene nobili e puri ideali: alle limpide, luminose giornate di sole, si alternano fatalmente sequenze di interminabili ore di angoscia e di battaglia, di inesausta lotta contro i maledetti fautori di ingiustizie e di soprusi, di avventate violenze e di ignobili sopraffazioni…

Domenico Adamo lancia il suo messaggio di pena e di redenzione, di democrazia e di libertà, ai popoli di tutto il mondo”.

Roberto Cervo

 

“Domenico Adamo è un autodidatta, nato poeta, che scrive, per conseguenza, senza le pretese di fare dell’arte. Ma quante belle poesie egli scrive, e quanta ardente passione egli sa trasformare in tutti i suoi versi che gli sgorgano dal cuore…

Egli canta le gioie ed i dolori della sua vita, unicamente per ubbidire al fervido impulso dell’anima, arsa dalla luce abbagliante della poesia. Sono così pochi i poeti che sanno cantare come lui con tanta ingenua semplicità e con tanta ingenua dolcezza”.

Riccardo Cordiferro

 

“Conobbi Domenico Adamo nel 1928 attraverso un parente – Eugenio Adamo – che risiedeva nel New Jersey, e precisamente a Read Bank. Anima veramente gentile di poeta, e di puro calabrese assetato di luce e di bellezza, e indefesso propugnatore della giustizia del popolo.

Divenimmo buoni amici. Domenico Adamo è di una bontà indescrivibile: sempre gioviale, il suo volto rispecchia la sua anima, senza infingimenti”.

Francesco Greco

 

Musa Bruzia si fa leggere con piacere, perché i versi sono scorrevoli, spontanei, agili, chiari, assennati…Il libro di Domenico Adamo è degno di essere letto ed apprezzato da chi ama sinceramente le cose belle ed oneste”

Pietro Greco

 

“La poesia di Domenico Adamo ha i pregi impagabili della semplicità e della spontaneità. E sebbene non abbia pretese letterarie e l’autore scriva solo per un bisogno del suo spirito, s’impone subito per la viva passione che l’anima e che traspare, in tutta la sua veemenza, dalla grazia, dalle immagini, dalla scorrevolezza e dalla musicalità del verso.

Per dare ritmo, flessibilità e musicalità al suo lirismo, questo poeta che sente ancora di primitivismo, non ricorre ad esose ed intricate forme retoriche, ma attinge invece la sua ispirazione agli impulsi della sua stessa anima, avvalendosi del suo linguaggio modesto, due dei primissimi elementi necessari a dare vita e fulgore alla concezione poetica”.

Il progresso italo-americano

 

“Domenico Adamo è un degno figlio della nostra terra, che dopo più di quarant’anni in America conserva intatte le tradizioni, difendendole da coloro che cercano di menomare il nome della nostra terra, culla della più antica civiltà”.

Rivista di scrittori calabresi

 

“L’espressione più alta della poesia di Domenico Adamo è rappresentata da quegli scritti dove la nostalgia della terra natale si fa sentire con tutto il suo carico di malinconia e di rimpianti, dove l’artista esprime il suo dolore per non poter rivedere mai più il luogo che lo ha visto nascere e dove era cresciuto, la terra in cui aveva maturato gli ideali che dovevano essere alla base della sua stessa esistenza.

Egli è senz’altro il poeta più grande di San Mango d’Aquino…”

Calabria Letteraria

 

“Domenico Adamo, poeta del popolo e pittore apprezzatissimo, ha ripubblicato la sua Musa Bruzia per lasciarla correre nelle piazze, le campagne e gli uffici ove ancora non era arrivata, data la prima tiratura che aveva avvicinato gli amici ed i fratelli dell’arte. Un dono questa volta che va ai suoi fratelli di lavoro in terra calabra, acciocché essi ne cantino lungo i sentieri i ricami meravigliosi delle sue rime che sanno il dolore, i sacrifici, la miseria del contadino asservito al gioco del ricco che ne raccoglie i frutti del lavoro e lo lascia privo anche di un tozzo di pane molto necessario e indispensabile alla vita”.

Pasquale Spataro

 

“Poesia didascalica quella di Domenico Adamo, in quanto dal lavoro quotidiano ha saputo attingere l’insegnamento per le ‘egregie cose’ imparando ‘come sa di sale lo pane altrui’ e facendo del bene, nel nome della Patria che gli diede i natali. Egli è anche artista ed estrinseca le sue attività in modo egregio, tenendo sempre presente gli alti principi di socialità e di umanità. Un lavoratore, un poeta e un artista italo-americano che fa onore alla sua terra natìa”.

Il pungolo verde

 

“Noi non possiamo fare a meno di parlare di questo poeta, poiché quel poco che egli ha scritto e dato alle stampe è qualitativamente assai buono, scaturito com’è dalla sua fine sensibilità, dalla sua tormentata umanità, che si concreta in immagini icastiche, dal taglio vivo e netto, esprimenti il suo mondo poetico in una visione pittorica.

Abbiamo detto pittorica, e non senza motivo: difatti Domenico Adamo – il quale, oltre che squisito artefice del verso è anche artefice del pastello e del pennello, con cui dipinge e disegna con raro gusto artistico, sebbene sia in entrambi i casi autodidatta – lascia intravedere nelle sue poesie la sua tendenza alla pittura, manifestatasi in lui giovanissimo, allorquando dalla natìa Calabria venne in America”

Angelo M. Virga

 

“Il Nostro non è un letterato, non è un pittore di professione: egli è semplicemente un sarto che ha sempre lavorato sodo, senza concedersi tregua, per sostenere in modo conveniente la famiglia.

Allorché egli può allontanarsi brevemente dagli strumenti del suo quotidiano lavoro, dall’ago e dalle forbici, si rifugia, per quella prepotente evasione dalla grigia vita di tutti i giorni, nella poesia e nella pittura, dove si mostra un colorista luminoso, abile e accorto nel rappresentare, sia sulla carta che sulla tela, i paesaggi più caratteristici della terra sua natìa, contemplati nostalgicamente con gli occhi della mente memore”.

Arte e Mondanità

 

“La sua vita e le sue poesie sono nella loro semplicità, l’espressione più alta e più sublime del dolore, della nostalgia, della rabbia per le miserie del mondo. Non solo, ma il messaggio che egli ha voluto tramandare alle giovani generazioni è attuale e moderno, e deve essere accolto da tutti affinché parole come emigrazione, come tirannia e come soprusi e sfruttamento possano essere cancellate dalla vita quotidiana di tutti quanti noi…”

Arturo Moraca

 

 

 

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