PERCHE' SI DICE "LE CALABRIE"?

divisione amministrativa
e popolazione nella Calabria antica

(di Armando Orlando)

 

La Calabria, chiamata Bruzio sotto i Romani, fu unita alla Lucania e costituì la terza regione delle undici circoscrizioni amministrative che dividevano l'Italia al tempo di Augusto. Essa fu chiamata con il nome attuale di Calabria dai Bizantini, che vi governarono fino all'anno Mille e che diedero luogo ad una civiltà che intrecciò le sue vicende con l'Islam degli Arabi e con il germanesimo dei Longobardi. Con la fine dell'impero romano, però, la regione perse la sua unità territoriale e politica e si frazionò in diverse zone di influenza. Alla varietà dei caratteri geomorfologici, idrici e climatici si aggiunse la frantumazione del territorio, e l'esilità topografica e l'asprezza della configurazione- scrive Giuseppe Caridi - fanno della Calabria la regione italiana più mutevole e disunita. Questa pluralità di fattori - precisa lo studioso - ha inciso profondamente sulla fammentazione della regione in angusti spazi scarsamente intercomunicanti fino a epoca recente e sul conseguente isolamento dei centri abitati. La popolazone era esigua, se si pensa che al termine delle invasioni barbariche ed in pieno medioevo, a fronte di quattro milioni di abitanti stimati in tutta la penisola italiana, popolavano il Mezzogiorno solo 800 mila persone, che rappresentavano, secondo Giuseppe Galasso, un conglomerato etnico assai disparato nelle sue componenti e nella sua fisionomia, considerati i fattori che avevano provocato la depressione demografica: rovine e devastazioni dovute a guerre secolari, distruzione di gruppi fondamentali come i Sanniti ed i Bruzi, fusioni di popoli diversi e immissioni di shiavi e di servi per il lavoro nei latifondi, immigazioni di coloni romani e di popolazioni barbariche dopo la caduta dell'impero. Sotto il dominio normanno il regno di Napoli venne diviso in circoscrizioni amministrative chiamate Giustizierati, ed alla Calabria vennero assegnati il giustizierato di Val di Crati e Terra Giordana nella parte settentrionale e quello di Calabria nella parte meridionale. La suddivisione venne confermata dai sovrani svevi, e poi da quelli angioini. E fu proprio sotto Carlo d'Angiò che la linea di demarcazione dei due giustizierati fu modificata, nel 1280, e la circoscrizione meridionale vide ampliati i suoi confini, con una linea che arrivò a nord del golfo di Sant'Eufemia sul Tirreno ed al corso del fiume Neto sullo Jonio. Sotto l'imperatore Federico II di Svevia, nel 1238, la popolazione della regione era di 300 mila unità, su un totale di 3 milioni di abitanti del Regno, per arrivare a 411 mila nel 1276, anno in cui gli Angioini effettuarono una numerazione della popolazione allo scopo di riscuotere le tasse dell'epoca, che erano denominate "collette". Era il tempo in cui i centri abitati muniti di cinta muraria venivano chiamati città; mentre i "casali" erano costituiti da gruppi di persone dedite alla produzione agricola, dipendenti da un centro maggiore dal quale erano amministrati. Le ville, invece, erano centri di piccole dimensioni sparsi sul territorio, ed i "castra" rappresentavano luoghi fortificati attorno ai quali si era formato un agglomerato urbano. C'erano, infine, le "terre", prive di cinta muraria come i casali, ma munite di amministrazione propria. Con la dominazione aragonese la Calabria continuò ad essere divisa in due province, e per entrambe la sede della Regia Udienza (chiamata a discutere le cause di prima istanza) fu Cosenza. Sotto il regno di Alfonso d'Aragona, nel 1442, la colletta venne sostituita dal focatico, una tassa che prevedeva il versamento di un ducato a fuoco, ed i "fuochi" erano nuclei familiari composti convenzionalmente da 4,5 individui. La numerazione del 1447 assegnò 22.331 fuochi alla provincia di Val di Crati e Terra Giordana e 28.992 fuochi a quella di Calabria, corrispondenti complessivamente a 231 mila unità, da inserire all'interno di un Mezzogiorno che contava allora un milione e mezzo di abitanti. Sotto gli Spagnoli venne istituita una seconda Udienza Provinciale, con sede a Catanzaro, poi a Reggio e infine di nuovo a Catanzaro. Il territorio settentrionale della regione fu chiamato Calabria Citra e quello meridionale Calabria Ultra, ed entrambe le denominazioni sostituirono gli antichi nomi dei Giustizierati normanno-svevi. Per gra parte del Cinquecento la popolazione della regione fu in crescita, e nel 1595 gli abitanti arrivarono a sfiorare le 500 mila unità. Ma anche in questa occasione il processo non fu uniforme; ci furono, cioè, differenze notevoli fra le varie zone, e la popolazione crebbe in misura maggiore nella parte meridionale della Calabria, nella provincia Ultra. La denominazione di Citeriore e di Ulteriore fu mantenuta per molti secoli. Nel frattempo il ripiegare della popolazione dalle coste verso la collina, l'assenza di strade e le numerose calamità naturali contribuirono all'isolamento; un fenomeno che ha interessato gli studiosi al punto tale da far parlare di diverse Calabrie. Ed il censimento del 1669, l'ultimo del periodo spagnolo, confermò questa diversità, assegnando 160 mila abitati circa alla provincia Citra e 210 mila alla provincia Ultra, evidenziando, scrive ancora Giuseppe Caridi, decrementi maggiori nella parte settentrionale della regione. Scriveva nel 1793 G. Spiriti: "Infatti tra la Citeriore ed Ulteriore Calabria son così pochi e languidi i rapporti di commercio che può francamente dirsi non esservene nessuno, anzi possono considerarsi quelle province come affatto isolate una dall'altra". L'espressione "le Calabrie" è stata così utilizzata per sottolineare la diversità di un territorio che, pur appartenendo alla stessa regione, presentava caratteristiche non omogenee. Un tentativo di rottura dell'isolamento e di facilitazione delle comunicazioni fu effettuato nel periodo 1774/1812, sotto il dominio dei Borbone e dei Francesi, quando venne costruita una strada denominata proprio "carrozzabile delle Calabrie", la quale seguiva per molti tratti un'antica via consolare romana, che si staccava dalla Via Appia a Capua e giungeva nella Lucania e nel Bruzio, passando per Lagonegro e Cosenza ed attraversando il fiume Savuto sul ponte a campata unica nei pressi di Scigliano, fino a terminare a Reggio. La Via Popillia - o Annia - era stata una strada costruita per scopi militari, ed il tempo di percorrenza per i soldati romani era di quindici giorni; ed anche quando la strada venne abbandonata, dopo la caduta del'impero, il suo percorso fu battuto in prevalenza dagli eserciti longobardi, bizantini, normanni, svevi, spagnoli e francesi. In piena età moderna essa veniva adattata a carrozzabile, per diventare "Statale 19" sotto il Fascismo, quando il regime avviò un programma di opere pubbliche che prevedeva, fra l'altro, la costruzione di mille chilometri di strade nella regione. Nel 1816 il nuovo assetto amministrativo voluto dai Borbone divise la Calabria in tre province, Citeriore con capitale Cosenza, Ulteriore Prima con Reggio e Ulteriore Seconda con Catanzaro. Con la fine della dinastia borbonica la Calabria smise di essere divisa in Citra e Ultra e le province si identificarono con i tre capoluoghi, mantenendo una ripartizione territoriale che è durata fino alla creazione delle nuove province di Crotone e di Vibo. A proposito del termine "le Calabrie", Giuseppe Isnardi ha scritto nel 1963 che nella pluralità del nome era il segno di una intuizione popolare, il risultato di una lunga esperienza vissuta e sofferta negli spazi che le difficoltà o addirittura le impossibilità delle comunicazioni interne rendevano immensamente più ampi di quel che erano nella realtà delle dimensioni.

Armando Orlando


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